Il Quartiere INA Fiorita, inaugurato nel 1955, fu progettato dall’Arch. Giovanni Gandolfi secondo le direttive del Piano Ina-Casa, dotato perciò di diversi servizi, spazi verdi, privati e pubblici, dedicati alla comunità residente, per lo più giovani famiglie con tanti figli. Si sviluppò all’interno di un lotto posto a nord-est rispetto al Centro Storico di Cesena, in un terreno di 2,7 ettari, situato tra l’urbanizzazione e le aree agricole.

L’area fu suddivisa in 4 settori e tipologie abitative: nord, allineato con il tracciato ferroviario con blocchi in doppio volume sfalsato; sud, delimitato da un corpo in linea su strada e composto in sei blocchi sfalsati che definiscono un profilo a gradoni; est occupato da tre edifici in linea; ovest formato prevalentemente dai servizi, tra cui l’esagono (centro sociale, ex scuola materna e casa del custode) e le attività commerciali.

La Fiorita si caratterizza per una forte riconoscibilità rispetto al tessuto circostante. La stessa chiara distinzione che si coglie osservando una planimetria, si può percepire passeggiando per il Quartiere: ci si ritrova in una parte di città a sé stante, progettata e realizzata secondo logiche differenti della mera speculazione edilizia. I materiali, le forme degli edifici, i percorsi irregolari, le soste verdi contribuiscono alla formazione di un ambiente unitario che non ha eguali nel resto della città, se non nel Quartiere INA Vigne. Questa articolazione che permette viste e scorci prospettici, invita a scoprire il quartiere e a fermarsi in uno dei diversi luoghi: camminare lungo le stradine tra gli edifici, intravedere il Palazzaccio, sedersi all'ombra di un pino nel parco del Sabbione.

Il ruolo dello spazio aperto è fondamentale. Progettato non come spazio di risulta, ma vera e propria struttura, è ampliamento del concetto di spazio abitabile in cui sono interconnessi il pieno e il vuoto, l'interno e l'esterno, il domestico e l'urbano. La percezione degli spazi è cambiata nel corso degli anni. Se nel '55 quest'area era una parte di campagna libera, delimitata solo da un tratto di ferrovia e dalla collinetta della Casa del Diavolo, l'espansione della città ha progressivamente saturato lo spazio circostante.

La mappa dei ricordi

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